Lo sport davvero può essere considerato un antidepressivo? E la mente che ruolo gioca nella salute? Sono questioni importanti che non si possono ridurre ad un post di certo. Ma sicuramente il triathlon mi sta insegnando che il corpo può andare oltre i suoi limiti. Mi sta insegnando, in particolare, che la fatica è uno fattore eccezionale di cambiamento.
Sudare davvero è un modo immediato per uscire dalla propria zona di comfort e scoprire territori di sé stessi inesplorati. È anche il modo più semplice per cambiare stato d’animo.
Qualche giorno fa Margherita è tornata a casa dopo una visita ad un anziana amica di famiglia del padre. La sera in uno di quei momenti di confidenza solo nostri, credo fossimo in bagno a dedicarci al suo manicure… :), se ne esce con questa domanda: “Mamma, XXXXXX ha il tavolo pieno di medicine e mi ha detto che prende i calmanti altrimenti va via di testa”
Spesso i bimbi con le loro affermazioni illuminano la camera oscura dei nostri pensieri. O meglio innescano lo sviluppo di concetti che forse erano lì da tempo e avevano solo bisogno di uscire allo scoperto.
Ho risposto: “Sai che tantissime persone adulte prendono calmanti o antidepressivi?”
“Perché?”
“Perché la vita oltre ad essere bellissima è anche faticosa ed è difficile fare fatica.” Poi ho aggiunto “Uno dei motivi per cui la mamma si allena è quello di imparare a fare fatica e ad essere quindi più felice”
Già, la vita è complessa, ci sono mille cose da gestire e mille cose a cui pensare, ognuno conosce le sue, sono certa che nessuno sano di mente possa dire che la sua vita sia semplice. Chiaro che il valore delle cose non si misura con la loro semplicità, semmai la maggior parte delle volte sono gli obiettivi più difficili da raggiungere a darci le maggiori soddisfazioni. Quindi una bella dose di impegno (fatica?) è da mettere in conto per avere una vita appagante.
Non vorrei sembrare semplicistica, ma oggi la fatica è lontanissima dalle nostre abitudini e da quelle dei nostri bambini. La rifuggiamo come la peste, e quando ci si presenta davanti, perdiamo, appunto, la testa.
È in quel momento che davanti a noi si aprono due strade. Ricorrere alle medicine o prendere in mano la situazione e reagire alleando mente e corpo. Chiaramente non sto parlando di quelle situazioni realmente patologiche in cui i farmaci e le terapie sono indispensabili, sto parlando della tendenza a crearci alibi continui e a cercare sempre scorciatoie.
Allenarsi per me significa imparare a stare nella fatica e a fare sacrifici per conoscere la gioia di raggiungere con le proprie forze un obiettivo. E imparare soprattutto che sacrificio e fatica hanno un senso preciso e positivo, sono investimenti. Sono energie ben investite, non spese.
Guardiamoci intorno:
- a quanto ammonta il fatturato dei prodotti dimagranti? Creme, compresse, integratori… Perché le persone invece di mangiare meno scelgono queste vie?
- quante persone sopra i 45 anni assumono regolarmente medicinali per ipertensione, colesterolo e affini? Perché non cambiano stile di vita? Per la maggioranza di loro sarebbe sufficiente a cambiare i parametri di sicurezza.
- quante amici si lamentano delle loro vita invece di rimboccarsi le maniche e iniziare a cambiarla?
- e quanti assumono appunto antidepressivi, o affini, perché non ce la fanno?
Perché mangiare meno e meglio costa fatica, come fare attività fisica o rimettere in gioco le proprie scelte e iniziare a cambiare.
Prendere in mano la propria vita è una scelta. E come ogni scelta è nelle nostre mani!
La felicità richiede impegno… e la fatica avvera i desideri!
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