Sono partita per questa avventura a fari spenti nella notte, senza sapere se ce l’avrei fatta, ascoltando sempre il mio corpo, mettendolo alla prova e insieme rispettandolo come non mai. Sempre lo sguardo fisso su di voi, Alberto e Margherita, e sul nuovo pezzo della nostra famiglia che è Matilde. Ora siamo 5: una famiglia ricomposta, voi avete guadagnato una “quasi sorella”, una socia come la chiamo io. I vostri schiamazzi e le vostre risate sono la nostra gioia e la nostra energia quotidiana. Ripagano di ogni fatica.
Allenamento dopo allenamento siamo qua, voi a guardare stupiti la mamma che fa cose inaudite. Mi seguite in bici mentre io faccio gli allenamenti di corsa e fate diventare sopportabili le ripetute, che proprio non si affrontano altrimenti. La prima volta che mi avete visto con il cardiofrequenzimetro al polso tante settimane fa, avete esclamato: “Ma mamma, con quell’orologio sembri un atleta.”
Poi, qualche settimana fa invece, alla zia che non voleva farmi sollevare il passeggino delle vostre cuginette gemelle, avete detto con grinta: “Ma zia, la mamma adesso è fortissima, ha i muscoli!”
Quando gli allenamenti in questi mesi si facevano troppo difficili e cercavo qualche pensiero buono a cui appigliarmi, pensavo che sarete con me il giorno del mio esordio e io potrò prendere da voi l’energia che mi ha sostenuto in tutti questi anni di avventure di ogni sorta e che tra qualche giorno mi trascinerà disciplina dopo disciplina al traguardo.
Penso anche a quella linea in fondo alla fatica e sento il brivido dei vostri occhi a cercare i miei. E come in ogni momento difficile o di gioia infinita io li incrocerò e sentirò chiaramente che il senso di tutto è lì, in quello sguardo. E ogni gesto ogni fatica in fondo è per voi. Perché sappiate che nella vita non si deve mollare, non ci si deve arrendere e si deve lottare sempre.
Per tutto ciò che pensiamo sia giusto e per tutto ciò che ci rende migliori.
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