Quando aveva 4 anni (forse meno) mio figlio Alberto ha iniziato a dire che voleva giocare a calcio, come credo la gran parte dei bambini italiani. Nessuno in famiglia è particolarmente tifoso, tutt’altro. Io meno di tutti. Il fascino del calcio credo che qui in Italia si respiri nell’aria e ha il volto del successo, delle copertine patinate, della fama. Ricordo che a quel tempo mandai il mio compagno col bambino ad informarsi, sapendo bene che era troppo piccolo per iniziare. Il primo NO lo gestii di sponda, sperando che la sua passione passasse, che sarebbe finita lì.
L’anno dopo è tornato alla carica, poi l’anno dopo ancora. Il mio era sempre un NO. Nel frattempo l’ho mandato a nuoto, judo, basket. Perché?
- perché credo che il compito di ogni genitore sia trasmettere ai figli i valori in cui crede, qualunque essi siano, lasciandogli la libertà di trovare i suoi crescendo. Il calcio non rappresenta nessuno dei miei valori;
- perché in Italia il calcio è lo sport di quelli che si schiantano sulle loro auto di lusso senza rispettare alcuna regola e si tagliano i capelli come dei perfetti idioti;
- perché il calciatore è lo stereotipo dell’uomo furbo e fortunato, che pur non studiando si è trovato ricco e famoso;
- perché i calciatori non si preoccupano mai di essere un esempio per le giovani generazioni e invece hanno puntati addosso milioni di occhi che avrebbero bisogno di un esempio;
- perché l’ambiente dello stadio mi sembra il facile sfogo di una società allo sfascio, che non mi piace e che ogni giorno cerco nel mio piccolo di cambiare;
- perché nel calcio sembra non esistere il rispetto dell’avversario e l’arbitro è sempre cornuto;
- perché i calciatori si comportano da cerebrolesi (con tutto il rispetto per i cerebrolesi!) quando segnano un gol, come se il talento fosse collegato a doppia mandata con la stupidità;
- perché non volevo sentire genitori seduti come me sugli spalti urlare cose insulse e infamanti contro i propri figli, quelli altrui, gli arbitri, gli allenatori e tutta la progenie per generazioni;
- perché i calciatori fanno scene da melodramma quando subiscono un fallo, ma soprattutto perché fanno le stesse scene quando non lo subiscono davvero;
- perché nella nostra mente sembra esserci spazio per un solo sport e noi italiani abbiamo scelto quello che somiglia di più al peggio di noi!
Qualche giorno fa mio figlio è stato convocato alla sua prima partita e ha segnato il suo primo gol. Vedere il suo sguardo felice e fiero cercare il mio è stato una emozione fortissima.
Quindi tuo figlio ora gioca a calcio!?!?!
Sì, mio figlio quest’anno gioca a calcio. Ho cambiato idea? Assolutamente no. Ho scelto di assecondare una passione che non volevo diventasse mitica, ma soprattutto mi sono imposta di non lasciare che una mia idea potesse precludere un suo sogno.
A qualche mese dall’inizio della stagione posso dire:
- che lui continua a dimostrare una dedizione totale verso gli allenamenti, nonostante sia l’ultimo arrivato e secondo me non abbia vita facilissima;
- che il suo allenatore è un rigoroso della disciplina e dell’autonomia (spero li aiuti a non diventare come i loro idoli frignoni) e mi sembra gli voglia un gran bene (questo basta a placare di molto il mio animo polemico di mamma sui generis);
- che i genitori sono ridicolissimi quando commentano gli allenamenti come se si trattasse della finale di Champion (se dovessi iniziare a farlo anche io uccidetemi);
- nel complesso pensavo peggio, ma non abbasserò mai la guardia, non gli farò mai fare dal barbiere i disegni nella rasatura dei capelli e prima di appendere il poster di qualche calciatore milionario e decerebrato alla porta della sua cameretta dovrà passare sul mio cadavere!
Detto questo… finché nei suoi occhi brillerà il fuoco di una passione (piccola come lui ma già grande) e finché questa passione sarà il motore per migliorare sé stesso e superare ostacoli, io sarò lì sugli spalti, ma soprattutto prometto che pulirò con cura dopo ogni allenamento gli scarpini (a proposito… c’è una cosa più odiosa di pulire gli scarpini?!?)
Mi fa tanto sorridere quello che hai scritto, perché io (da tifosa di una squadra di calcio, ma appassionata di questo sport e non solo a questo) ci leggo solo pregiudizi. Quando parli di esempi, occorre fare attenzione anche a tutti quei ciclisti famosi e dopati, al viso pulito di chi mente all’antidoping e poi piange in tv che non merita la squalifica. Visto che esempi dalla nazionale di atletica e da alcuni suoi famosissimi esponenti? Ci sono esempi di sportivi rigorosi anche nel mondo del calcio, come esempi di uomini (e donne) talentuose a cui talento però non è bastato. Per quanto riguarda i capelli…beh, devi stare molto attenta anche alla musica che sentono i tuoi figli (hai presente che so, i kolors??). Tutti i “maestri” che insegnino a scuola, o su una pedana di scherma, a bordo piscina, in una palestra, devono essere rigorosi.
Pensi all’esultanza stupida di quando si segna: e le scemenze (che io adoro) che fa Valentino Rossi quando vince una gara? Sono liberatorie.
Gli hai fatto fare basket, nuoto,e judo e lui ha mollato, forse perché si diverte di più a correre su un campo di erba con un pallone.
Mi sembra che tuo figlio ti stia dando una grande lezione!!!! Forza Alberto!! Vogliamo le foto delle tue esultanze al prossimo gol!!!
Mi piace confrontarmi con un punto di vista differente dal mio e intelligente come il tuo. Prendo atto di tutto quello che dici e di fatto lo condivido. Sai bene che il mio atteggiamento è provocatorio e, come sempre accade quando si fanno generalizzazioni, attaccabile. Se non fossi in grado di andare oltre a quello che sento di pancia, Alby non sarebbe in campo. Non ti preoccupare che vi tengo aggiornati sul suo sogno, che puoi immaginare, è già un po’ il mio! 🙂 Grazie dei tuoi commenti! Sono sempre una bella occasione di crescita.
TUTTI PREGIUDIZI !!!! 😡 Non sopporti che i giocatori guadagnino così tanto senza aver studiato (Anche se molti studiano). Non sopporti che il calcio sia più diffuso e richiesto rispetto agli altri sport. Invece di dire queste cose, asseconda tuo figlio e fai crescere la sua passione.
Ciao Tommaso!
Immagino tu non abbia letto l’articolo altrimenti sapresti che mio figlio gioca a calcio e che io sono la sua prima tifosa. 🙂
Ragazzi mamme papà di tutto il mondo
Guardate vostro voglio cosa vi dice
Ci sono 3 passaggi
Il personale fenomeno
L’appassionato che non da
E il tifoso calciatore
Bhè se tuo figlio è il primo fallo crescere e la sua passione andrà avanti facendogli capire il significato di questo sport e quindi fallo crescere fallo diventare meglio di quello che è
E magari giocando in squadra professioniste e guadagnando
La seconda lasciate giocare vostro figlio a calcio solo per la passione e nessuna carriera calcistica
Il terzo bhè fategli fare un altro sport
Ognuno nella vita ha un sogno
E se io ho scritto il mio commento è perchè ho il sogno della prima
E andrò avanti fidatevi
La cosa più importante è il sogno è la determinazione di portare a termine ogni lavoro
Perchè ogni leggendario fuoriclasse è nato come noi
Peró con la prima categoria
Se voi lo sentite nel sangue ci credete e sognate allora probabilmente avrete successo la cosa che mi fa arrabbiare
È sprecare il futuro di un bambino perché per un rifiuto ingenuo di una persona vostro figlio futuro talento si rovinerà e nella sua vita non troverà altro perchè ognuno nasce con la propria passione
😉😉😉
L.b
Lorenzo per adesso mio figlio gioca a calcio. Se diventerà un campione lo vedremo, io ovvio tifo sempre per lui. A te faccio tanti “In bocca al lupo!”
Ciao sono la mamma di Fabio un bimbo che fa 4 anni prova a giocare a calcio.Lui non è un gran che ma vuole assolutamente giocare a calcio.suo padre purtroppo si lascia condizionare da un paio di genitori esaltati che gli dicono di spingerlo verso altri sport altrimenti tra un paio di anni i compagni lo massacrano di insulti..?ma a lui piace calcio…e soffre molto per suo padre .non è bravo a calcio ma se vuole fortemente fare questo sport??
Cara Giusi, io trovo che il dramma vero del calcio siano proprio i genitori. Ti capisco e credo francamente che tuo figlio abbia diritto di giocare. Il nostro allenatore ad ogni riunione ripete che se qualche genitore pensa di avere dei campioni si sbaglia di grosso. E poi… francamente… davvero è più importante diventare campioni che divertirsi con lo sport che amiamo? Ti abbraccio e tifo per voi!
CIAO
son capitata sul tuo blog x curiosità e casualmente cercando clinic e gare di triathlon nei pressi di milano
si, triathleta (parolone) anch’io , da poco e da modeste aspirazioni ma la “sfida” di cui parli anche tu è accesa in me.
però x prima cosa mi ha incuriosito l articolo sul “calcio”….e dalle prime righe, dal primo elenco di luoghi comuni e banalità che ho letto, devo dire che mi sei risultata un po antipatica….ma è stato poi bello terminare la lettura e percepire l’ironia, il sorriso e il senso critico…..che anch’io da anni vivo con 2 figli, pensa , 2 malati di calcio piu il maritoooo. aiutooooo
x me da ogni cosa dobbiamo trarre l’aspetto costruttivo e le conseguenze positive e noi ci stiamo riuscendo da tanti anni rifiutando (prendendo in giro spesso) ed allontanandoci ti assicuro da quei repellenti luoghi comuni che elencavi….lo auguro anche a te!!
con simpatia
anna
Ciao Anna!
L’articolo sul calcio è molto ironico e un po’ dissacrante. Mi piace prendermi in giro, soprattutto quando mi rendo conto di avere delle “fisse”, io che le odio tanto negli altri. 🙂
Grazie mille del tuo messaggio e soprattutto in bocca al lupo per la “carriera” da triatleta e quella da mamma!
Un bacione!
Giò
Grazie per questo bellissimo articolo.
Se devo essere sincera mi sono persino commossa, perchè? Perchè oggi sono nella tua stessa condizione: decidere se far intraprendere o meno a mio figlio di 6 anni questo sport…il calcio!
Trovo che i tuoi pensieri sul calcio combacino perfettamente con i miei ma durante questa settimana dopo le due prove che mio figlio ha fatto, vedendolo uscire con un sorriso da una parte all’altra delle orecchie…..beh! Sono molto combattuta sulla decisione da prendere.
Farò tesoro delle tue parole e della tua esperienza.
Grazie
Mary
Grazie a te Mary!
Bello sapere che non sono sola a fare certe riflessioni. Un caro abbraccio!
Sei un grande!
Viviamo in un paese di malati di mente, MENTECATTI, GRETTI egoisti, meschini, e peggio di tutto IPOCRITI!
Calcio e tatuati, bel futuro aspetta stò paesucolo, fallito professionalmente, e peggio NELL’ANIMA!
Non abbassare mai la guardia, e fai studiare soprattutto l’inglese a tuo figlio, oltre al calcio, così da dargli una REALE chance di una vita DIGNITOSA, fuori da questa fogna.
Ho portato mio figlio di sette anni dal barbiere e quando questo gli ha chiesto se volesse i capelli come Nainggolan, lui ha detto “NO”, lasciandolo basito 😅 Io dentro di me ho esultato. Ma per carità.
Mitico!!! 😀
Mai lette tante sciocchezze… il compito dei genitori non è imporre le proprie idee ai figli ma fare in modo che i figli diventino delle persone con idee e
passioni proprie…
Ciao Olivia!
Forse non hai letto tutto l’articolo. Mio figlio gioca a calcio e segue la SUA passione.
Ciao Giovanna, mi sono imbattuta nel tuo articolo cercando un appoggio, una ragione, insomma qualcuno che stesse dalla mia parte. Mio figlio ha 10 anni, tifoso sfegatato ma giocatore per sua passione, da 6 anni ormai, di tennis. Ora gli è presa la fissa del calcio… E sento che non voglio assecondarlo. Odio il calcio “famoso” per le ragioni che tu elenchi e non condivido l’ambiente del calcio giovanile per la cattiveria e l’ignoranza con cui viene vissuto dai genitori. È diventato un “ammazza di calci il nemico” urlato dagli spalti, piuttosto che un gioco di squadra. Non voglio far crescere mio figlio in questo ambiente e, pur invidiandoti per aver saputo assecondare una sua passione, credo che io non mollerò la presa, credo… Le tue riflessioni, per quanto ironiche, fanno il loro lavoro: fanno riflettere. Grazie, un abbraccio
Grazie BArbara!
Anche io ancora rifletto. Adesso Alberto gioca a calcio, ma c’è sempre qualcosa che non mi torna. Quel mondo è un mondo che a poco a che fare con lo sport. Dai genitori, alle convocazioni, al taglio dei capelli, alle figurine! Rappresenta ideali e valori che proprio non sono miei. A partire dal fatto che questi bambini pensano più a quando giocheranno in una grande squadra (ma quando?!?!) che alla voglia di allenarsi ogni giorno. Insomma… Resistiamo in qualche modo. Grazie di aver condiviso la tua riflessione!
😂😂😂rivedo me 5 anni fa…ti avviso che gli interrogativi restano e perdurano ad ora…e si…allenamenti e tornei a porte chiuse… i ragazzi crescono molto meglio…. sono la classica mamma che trovi sempre e comunque ma in un angolo a guardare il figlio con occhi a cuoricino. Sono impegni duri…. si devono incoraggiare nonostante spesso sia alto il desiderio di tappare le bocche agli allenatori/genitori…. ho sentito un genitore della squadra “avversaria” incitare il figlio per “rompere le gambe” al n.8( mio figlio)…. e bhe…. continuo a dire…buttate fuori me compresa… lasciamo questi figli GIOCARE. Buona fortuna…e passando da categoria in cetegoria…non sentire niente… tanto a loro non importa.
Santo cielo… quanto è vero!
In un angolo con gli occhi a cuoricino. Bellissimo!
Un caro abbraccio.