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Una storia di accoglienza #primaditutto

20 Aprile 2016 By Giovanna Rossi Lascia un commento

Ci sono storie che hanno nomi e volti, Paesi e culture, etnie e tradizioni. Ma spesso non hanno la cosa più importante: una voce.

Chi ha un blog ha la possibilità, e a volte il privilegio, di poter raccontare storie che, altrimenti, non avrebbero uno spazio per esprimersi. E questo è ciò che vogliamo fare oggi: raccontare la storia del Centro di formazione professionale Rabouni, un luogo di accoglienza ma soprattutto un’occasione per ricominciare.

Per dare un’alternativa ed un futuro ai giovani che, non a causa loro, sono entrati in un circolo di assistenzialismo da diversi anni, nel 2008 è stato costruito, attrezzato e reso funzionante il centro di formazione professionale a Rabouni. Durante questi anni nel centro, sono stati realizzati vari corsi di formazione frequentati soprattutto da donne e giovani, residenti nei diversi campi profughi. Corsi di lingua (inglese, arabo, spagnolo), falegnameria, meccanica, sartoria, lavorazione del cuoio, cucina, didattica per l’inserimento e l’inclusione di minori e persone diversamente abili, sono solo alcuni dei corsi realizzati che hanno coinvolto già più di 400 giovani e donne. Il Centro si trova a Rabouni e per arrivarci, i partecipanti devono pagare il trasporto ed il vitto giornaliero. Per sostenere tale costo, ricevono delle borse di studio attraverso le quali si permette a tutti loro di partecipare ai corsi e di ricevere una formazione professionale adeguata.

La maggior parte dei rifugiati del Centro scappa da una vita fatta di monotonia, mancanza assoluta di prospettive e divario economico. Ma #primaditutto, i giovani del Centro cercano di riavvicinarsi a una condizione di umanità che sembra impossibile non solo da ottenere ma, a volte, anche solo da immaginare.

Ecco perché, nella loro valigia ripartendo dal Centro, porteranno con sé non solo una nuova speranza ma un mestiere e un talento che potranno reinvestire in una vita migliore e diversa. Ma #primaditutto costruita con le loro forze.

Vi lascio alle foto e un link per scoprire qualche dettaglio in più. http://www.spaziocooperazionedecentrata.it/2010/tavolipaese/schedapaese.asp?id=33

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Mi chiamo Giovanna.
Fino a qualche anno fa non sapevo cosa fosse il triathlon e trattavo lo sport con la diffidenza di chi è abituato ad usare solo il cervello. Ho cambiato idea grazie ad un intervento che mi ha costretto a ricominciare da zero per non finire sulla sedia a rotelle.
Oggi sostengo che le difficoltà possono essere meravigliosi trampolini di lancio e che lo sport mi ha cambiato la vita insegnandomi cose che nei libri non avevo trovato.
Lo racconto qui.

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