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Fenomenologia delle mamme su whatsapp

18 Gennaio 2017 By Giovanna Rossi 8 commenti

Le chat di classe su whatsapp hanno aperto una nuova dimensione dell’essere mamme. Ansiose come prima, petulanti come prima, ingenue come prima, forse. Ma molto, molto più invasive. Perché quando scriviamo da soli, magari seduti in bagno o nel calduccio della nostra casina, o al contrario arrabbiati in un momento di grande ira, è difficile percepire la presenza degli altri. Invece dentro ai nostri cellulari, proprio lì dove scriviamo, non siamo soli. Ci sono teste e cuori. Tensioni e paure. Ignoranza e saggezza.

Giovanna 46percento - mamme su whatsapp

Gli smartphone, forse più di altre diavolerie moderne, ci hanno tolto la percezione esatta dell’altro. Che poi, esatta è una parola grossa, ma certamente conoscere una persona solo per quello che scrive su una chat è davvero limitante. E a volte penso che quelle mamme che così spesso mi fanno saltare i nervi, e che non conosco se non in alcuni casi, probabilmente sono molto meglio di quel che sembrano.

Ammettiamolo, i padri non sono uguali a noi mamme. Loro se hanno il lusso o la sfortuna di essere inseriti in una chat di classe rimangono in silenzio, leggono, al massimo se ne escono ogni tanto con qualche breve e sensata opinione che non turbi la consorte prima di tutto e poi il postmoderno pollaio digitale in questione. Capiamoci, non sono qui a difendere il genere maschile. Una volta nella chat del calcio, composta per il 90% di uomini, ho nominato la mia baby sitter (che avrebbe portato il bimbo al mio posto) e si è scatenato una turbolenza testosteronica di primo grado, a suon di richieste di dettagli più o meno piccanti sulla povera ragazza in questione! Insomma, ad ognuno il suo.

whatsapp-categorie di mamme

Categorie di mamme su whatsapp

Le madri, come in quasi qualunque altro campo, loro, vogliate ammetterlo o no, sono speciali. Dategli una chat, quelle di classe sono solo uno dei numerosi esempi, e solleveranno questioni che neanche appartenessero al Consiglio di Stato Maggiore. Comunque in fondo, tanto per generalizzare, le mamme su whatsapp si dividono grossomodo in queste categorie:

  • la mamma che chiede i compiti: non ogni tanto, non perché il figlio è malato, no no, quello sarebbe quasi sacrosanto, c’è quella che li chiede ogni giorno. “Ma dai, i bambini i primi anni delle elementari si sa, fanno fatica… ah, è la chat delle medie? Ah, c’è il registro elettronico?” Perché il figlio fa da solo, ma sai non si sa mai, non mi fido, voglio controllare… Mamma, si chiama autonomia. È sorella della responsabilità, e senza non si diventa grandi!
  • la mamma che manda le catene: per tutte le mamme, per i bambini malati, per i terremotati, per ricordarci le cose belle della vita… Questo, devo ammetterlo, è il genere che a me fa tenerezza… fin verso la terza catena. Poi farei una strage!
  • la mamma volantino: lei è in grado di postare qualunque attività ludico-giocosa nel raggio di 100 km, incurante del fatto che il medesimo volantino lo abbiano consegnato a scuola, inviato via mail e che sia appeso all’ingresso della scuola stessa, dell’oratorio e della biblioteca di quartiere. Si chiama attenzione, fa bene anche a noi genitori. Abituarci a memorizzare le cose quando le leggiamo senza pensare “tanto lo rivedrò da qualche altra parte” è molto utile.
  • la mamma del buongiorno e della buona notte: grazie a lei la nostra glicemia rischia picchi pericolosissimi, che vanno di pari passo agli eccessi di bile quando senti tremare alle 6 di mattina o a mezzanotte il cellulare sul comodino, lo prendi pensando che forse qualcuno ha bisogno di te e ti ritrovi con l’ennesima immagine tutta fiori e cuori, da rispondere con un vocale di quelli decisamente inappropriati.
  • la giornalista mancata: diciamo che è quella che fa domande. Insegnanti, compiti, riunioni scolastiche… ma anche previsioni meteo, negozi aperti, medici affidabili. Lei sa che le mamme sono la miglior enciclopedia mai scritta e sa che troverà la risposta ad ogni sua domanda. E infatti la risposta puntualmente arriva.
  • la tuttologa: è quella che risponde al 90% delle domande poste in chat (dalla giornalista) e francamente io le farei un monumento. Di solito unisce una piccola dose di egocentrismo ad uno smodato altruismo che nel tempo l’ha resa esperta di un sacco di cose. Spesso coincide con l’amministratrice del gruppo, ma non è detto!
  • quella che non ci pensa: avete mai pensato perché esistono gli emoticon? E perché soprattutto hanno un successo smodato? Perché quando scriviamo in chat gran parte della nostra comunicazione viene sacrificata. Sembra un paradosso ma le parole possono essere interpretate in molti più modi se sono scritte, piuttosto che pronunciate. Se io in una discussione faccia a faccia dico ad un’amica ridendo e guardandola negli occhi “Sei la solita polemica!” lei coglie immediatamente il senso di ciò che voglio esprimere. Se io invece scrivo la stessa cosa alla stessa persona su una chat e questa, oltre a non “percepire” la mia ironia e il mio affetto espresso dal tono della voce e dalla mia espressione, magari legge la frase dopo una brutta giornata di lavoro, rischio di aver rovinato un’amicizia. Ecco… in tanti non ci pensano, e invece dovrebbero. Soprattutto perché nelle chat di classe spesso non ci si conosce, l’unica cosa che ci lega sono i bambini e l’unico modo che abbiamo per far crescere relazioni sono le parole.

Giovanna 46percento - mamma che usa whatsapp

Quindi? Aboliamo le chat? O aboliamo le mamme? Mi sa che sia meglio tenerle entrambe. Credo però che dovremmo utilizzare le chat (in generale, non solo quelle di classe) con moderazione, soprattutto se non conosciamo bene tutti i componenti. Sono perfette per le comunicazioni, per rapidi botta e risposta. Ma i confronti e le discussioni prendiamoci l’impegno di spostarli altrove, in qualunque posto in cui ci si possa guardare negli occhi, ne guadagnerebbero i nostri figli e secondo me anche il nostro umore.

 

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Commenti

  1. Emilio dice

    18 Gennaio 2017 alle 13:18

    – Meno chat e più birre piccole insieme.
    – La tuttologa è una categoria che apprezzo.
    – Le emoticon cambiano il senso di una frase.
    – Nascondere la falsità è un gioco da ragazzi
    – Robbe serie che poi non riusciamo più a capire le persone dal vivo.
    – Mandami un whatsapp.

    Comunque ottimo invito alla riflessione sul temone dell’abuso di whatsapp.

    Rispondi
    • Giovanna Rossi dice

      18 Gennaio 2017 alle 22:55

      🙂 😉 😀

      Rispondi
      • Annamaria dice

        19 Gennaio 2017 alle 8:44

        Io sono della categoria… quelle che si tolgono!con promessa solenne di non entrarci fino alla maggiore età! 😜😘 bellissimo articolo amica! 😘

        Rispondi
        • Giovanna Rossi dice

          19 Gennaio 2017 alle 11:47

          Tu sei speciale! Che dire… 😉

          Rispondi
  2. Manila dice

    18 Gennaio 2017 alle 22:23

    Hai dimenticato quella “controcorrente… nn troppo alla moda…”…cmq apprezzato

    Rispondi
    • Giovanna Rossi dice

      18 Gennaio 2017 alle 22:54

      Giusto!

      Rispondi
  3. Vittoria dice

    18 Gennaio 2017 alle 22:53

    Ciao Giovanna sempre grande osservatrice, molto saggia. Per fortuna i miei figli sono cresciuti e fuggo da questa chat! Buon triathlon

    Rispondi
    • Giovanna Rossi dice

      18 Gennaio 2017 alle 22:54

      Grazie Vittoria! 🙂

      Rispondi

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Mi chiamo Giovanna.
Fino a qualche anno fa non sapevo cosa fosse il triathlon e trattavo lo sport con la diffidenza di chi è abituato ad usare solo il cervello. Ho cambiato idea grazie ad un intervento che mi ha costretto a ricominciare da zero per non finire sulla sedia a rotelle.
Oggi sostengo che le difficoltà possono essere meravigliosi trampolini di lancio e che lo sport mi ha cambiato la vita insegnandomi cose che nei libri non avevo trovato.
Lo racconto qui.

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