Sia chiaro, questa volta il titolo non è mio. L’ho rubato, come si rubano le ciliegie da bambini, però, con gioia e senza dolo. La notizia di questa settimana è che ho iniziato a fare alcune cose belle che mi mancavano da un po’. Dormo poco ultimamente e questo a suo modo aiuta.
Ho deciso di prendermi piccole parentesi nel caos quotidiano, ho comprato un paio di libri. Non frequento più Facebook. Sono in una fase di ripartenza, di riflessione. Di ossigenazione. La vita è fatta di fasi, d’altronde, come l’allenamento a ben pensarci.
Sarà stato l’autunno, sarà stata una stagione intensa di impegni, sarà stato che alcune cose non sono andate come mi aspettavo, sono tornata a chiedermi:
Cosa voglio fare? Cosa ho sbagliato? Ma soprattutto cosa mi rende felice?
Ho pensato che l’ultima sensazione di felicità l’avevo provata in montagna questa estate. Il silenzio, la natura, una connessione totale con l’universo e con me stessa e una completa disconnessione dal resto. I pensieri liberi di uscire, senza giudizio. Era stato come un lampo, una rivelazione, ricacciata dentro a spinta, mentre scendevo a valle e si riattivavano le notifiche del cellulare. Ma c’era stata.
E come spesso accade i puntini si uniscono poco per volta e l’immagine arriva solo alla fine.
Il titolo è tratto dal libro Domare il Drago di Isabella Leardini. Titolo strepitoso per altro. Un’immagine che adoro e che sento molto mia. Per la parte buia di me, di cui così poco ho parlato finora, per la poesia (di cui il libro parla) che è uno dei miei amori, per la figura del drago che ho amato fin da bambina (partendo dal Eliott il Drago Invisibile a alla Furia Buia di Dragon Trainer, passando per Falkor de La storia infinita).
Ci sto trovando un sacco di analogie col mondo dello sport e dell’allenamento, non è un caso. E mi fa pensare, come altre volte ho pensato nella vita, che tutto torna. Poi, diciamolo, troviamo quello che ci serve. Ogni volta, sempre.
Ora ho bisogno di questo: di parole nuove, di pensieri profondi, e passi che tengano il ritmo della mia natura.
“In questa caccia il più forte probabilmente sarà chi parte già ferito… Il sollievo della scrittura è biologico, è biochimico quanto l’adrenalina o le endorfine che si liberano dopo una bella corsa.”
Grazie Isabella, grazie poesia, grazie parola. Grazie corsa. Vi tengo strette. E vado avanti.
Oggi un ragazzetto mi ha detto: “Facebook è morto”
Saggezza. Anche perché è meglio non dire in pubblico quello che si dice tra gli addetti ai lavori, là dove si parla di target di riferimento. 🙂