Ogni anno tra i buoni propositi che, volente o nolente, passano per la mia mente in questo periodo c’è sempre quello di ricominciare a scrivere con più costanza per il blog. Il 2022 è stato un anno in cui ho scritto assai, come non facevo da tanto tempo: ho curato un libro, ho tenuto una Masterclass di Marketing Etico, ho organizzato un evento in collaborazione con ESA conoscendo Luca Parmitano, ho iniziato un mio progetto editoriale, insomma… sono molto soddisfatta di aver coltivato la parte di me legata alla comunicazione e alla scrittura. Ma non posso certo dire di essere stata brava con il blog!
Cosa significa “gender fluid” per una boomer come me!
Premetto che anagraficamente non sarei esattamente una boomer, sono vecchia ma non così vecchia, però ogni tanto mi sento certamente di un’altra epoca. Sarà che ho tre ragazzi adolescenti che girano per casa (con i loro racconti eccitati, le loro splendide riflessioni, la loro voglia di fare la differenza, ognuno a modo suo), sarà che ho sbagliato molto nella vita (e ho capito solo molto tardi chi volevo essere), sarà che ho dovuto lavorare moltissimo su di me (per accettare quella che volevo diventare e perdonarmi per non averci creduto abbastanza al momento giusto)… ma io i ragazzi di oggi li vorrei proprio abbracciare forte.
Il talento è un alibi perfetto
Per raccontare questa storia è necessario un prologo. Quando avevo 7 o 8 anni e frequentavo la scuola elementare ero una bimba obesa e pigra. Avete presente quando da bambini in palestra si fanno le squadre? Ecco… per me quel momento è sempre stato un incubo. Ero sempre l’ultima ad essere scelta. Ma forse la cosa che odiavo di più in assoluto erano i giochi della gioventù: la campestre! Quella non so perché la dovevamo fare tutti, i mal di pancia che mi facevo venire! Tutto pur di non gareggiare. Lo sport proprio non faceva per me.Continue Reading
I supereroi non esistono (dedicato a Carlotta ed Alex)
Alcune notizie, quelle peggiori, arrivano con una telefonata. Ricordo ancora quando molti anni fa all’alba di un giorno qualunque suonò il telefono, quello fisso a casa dei miei, e sentii dal mio letto al piano di sopra qualcuno rispondere. Seguirono bisbigli e quella concitazione cupa che portano solo le brutte notizie, che tu hai capito che è una brutta notizia e non sai neanche perché. Una persona cara sta male. Una persona cara non c’è più.Continue Reading