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Il mio bicchiere mezzo pieno

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Se sono arrivata qui lo devo ad un sacco di persone. Non intendo quelle persone che per amore mi avrebbero accompagnato fino all’inferno. Il mio compagno, i miei genitori, le mie sorelle, la mia migliore amica, etc… etc… per intenderci.

Penso a professionisti e/o conoscenti che mi hanno aiutato, più o meno consapevolmente, ad arrivare a quella linea di partenza, che era sì un inizio, ma come ogni inizio portava con sé un traguardo. Che poi è arrivato sul serio e si è trasformato in un nuovo inizio.

Ho voluto dedicare loro una pagina perché credo che ci siano persone che ti accompagnano in un pezzo della tua strada, ma rimangono con te per sempre. Nel bene e nel male. Ma in questo blog, quando si parlerà di male sarà come strada verso il bene. Non per buonismo, solo perché trovo che sia l’unico senso che il male possa avere. E sicuramente l’unico modo per cui abbia importanza.

Quindi… (anche se mi piace pensare che questa pagina sia in continuo divenire)

Lo Scoutismo. Mi ha accompagnato dai 9 ai 27 anni ed è stata la mia più grande scuola di libertà (per alcuni sembrerà strano, per me è stato così) e di resistenza, forse già resilienza ante litteram. Baden Powell con il suo “Non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento” e con il suo “Guida da solo la tua canoa” il mio primo coach. Ho imparato a gioire della conquista delle mie prede, a fare scelte consapevoli e a guardare le stelle con le ossa rotte dopo aver risalito una montagna.

Fabio Castagnoli il mio insegnante di pianoforte che un giorno mi disse… “Vedi? Tu parti sopra gli altri ma poi non lavori abbastanza e loro ti superano” Se mi avesse schiaffeggiato mi avrebbe fatto meno male.

Moreno, il mio primo insegnante di nuoto, che un pomeriggio come gli altri mi disse: “Ah… sei stanca? Molto bene, è qui che comincia l’allenamento!”

Il Centro Rehabilitas di Cesena dove ho vissuto 8 ore al giorno per diversi mesi dopo l’intervento. Omar (Orioli) e Molfo (Raffaele Molfetta) in un modo che oggi definirei al limite della follia, mi hanno fatto lavorare e ridere con ritmi da atleta. Mi hanno riportato al mondo accompagnando il mio corpo a compiere gesti famigliari e al contempo nuovi e allenando la mia mente a non mollare davanti alla fatica.

La Palestra Essere e il Centro Fisio Essere di Calisese. Entrai nel 2002 a fare ginnastica passiva perché avevo mal di schiena, e qualche mese dopo avevo il mio programma di allenamento bello tosto ed ero dimagrita quasi 8 chili. Ovvio la schiena non mi faceva più male. La Susy e Mirco (Piraccini), gli appassionati titolari, mi hanno ridato vita, sostenendomi e spronandomi come cliente prima, come amica poi, con l’esempio e il sorriso sempre. Anche loro ne hanno fatta di strada da quel 2002, con impegno e professionalità!

Gli infermieri del Reparto di Chirurgia Complessa del Rachide di Padova, dei veri e propri angeli, che con dedizione e allegria instancabili, mi hanno lavato, curato, accudito. Ci sono momenti di fragilità in cui le attenzioni sono tutto.

Raffaele Galasso che per primo mi ha fatto percepire ciò che potevo diventare e soprattutto ciò che già ero.

E tutti quelli che mi hanno chiesto più di quel che credevo potessi dare insegnandomi che molto spesso i limiti esistono solo nella nostra mente.

 

Mi chiamo Giovanna.
Fino a qualche anno fa non sapevo cosa fosse il triathlon e trattavo lo sport con la diffidenza di chi è abituato ad usare solo il cervello. Ho cambiato idea grazie ad un intervento che mi ha costretto a ricominciare da zero per non finire sulla sedia a rotelle.
Oggi sostengo che le difficoltà possono essere meravigliosi trampolini di lancio e che lo sport mi ha cambiato la vita insegnandomi cose che nei libri non avevo trovato.
Lo racconto qui.

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